Camminare in tutta sicurezza con un accompagnatore facendo lezione a cielo aperto, immersi nella natura, mediante l’illustrazione di aspetti naturalistici, storici ed etnografici. Avvicinarsi ai lavori di un tempo visitando l’antica calchera, scoprendo il “mestiere” del botanico, imparando come si realizza il formaggio. Cenare in rifugio e dormire in un fienile insieme ai propri compagni di classe (ma non prima di aver rimirato le stelle all’Osservatorio Astronomico!).

Una visita in Val Vestino, collocata tra il lago di Garda, la diga d’alta quota di Ponte Cola e il lago d’Idro, conduce alla scoperta di un vero e proprio tesoro naturale che, attraverso i musei locali, si trasforma in un suggestivo viaggio a ritroso nel tempo. Borgo Cima Rest è caratterizzato da fienili del tutto peculiari: con il tetto dai ripidi spioventi realizzato con steli di cereali, rappresentano attualmente l’unico esempio conosciuto di edificio con tetto in paglia ancora presente in Lombardia.

 

La parola «museo» designa uno o più ambienti adibiti alla raccolta e all’esposizione al pubblico di opere d’arte o di oggetti aventi interesse storico-scientifico, etno-antropologico e culturale. A seconda della tipologia o destinazione, si indicano «galleria», «pinacoteca», «museo di scienze naturali», «archeologico» … La parola latina museum significa «sede delle muse», nome dell’edificio che indicava l’antica biblioteca ad Alessandria d’Egitto. Quindi, fin dall’antichità, ogni popolo dedica attenzione alla conservazione del proprio patrimonio culturale in edifici o luoghi significativi.

 

“Gli ecomusei sono uno specchio dove la popolazione si guarda, per riconoscersi in esso, dove cerca spiegazioni del territorio al quale è legata, unite a quelle delle popolazioni che l’hanno precuduta, nella discontinuità o nella continuità delle generazioni. Uno specchio che la popolazione tende ai suoi ospiti, per farsi meglio comprendere”.

 

I primi ecomusei nascono nel 1971. Il vocabolo, impiegato per qualificare il lavoro del Ministero dell’Ambiente, fu ideato e diffuso in Francia. Il termine ecomuseo indica un territorio caratterizzato da ambienti di vita tradizionali, patrimonio naturalistico e storico-artistico particolarmente importanti e degni di tutela e valorizzazione. Nella società odierna, il patrimonio storico, culturale ed ambientale, sono diventati oggetti d’interesse pubblico in cui la società può conoscere il territorio che la circonda.

 

 

ECOMUSEO E OFFERTE DIDATTICHE

 

La finalità di conoscenza del proprio territorio capitanata dagli ecomusei ha come scopo la divulgazione e condivisione dei valori scoperti. La corsia preferenziale per diffondere tale patrimonio, materiale e immateriale, formato da tradizioni e sapere, storia ed oggetti, luoghi e sapori sono i progetti didattici che con le attività proposte facilitano la trasmissione di una ricchezza dal valore, sempre più, inestimabile

 

Val Vestino, una vera e propria aula didattica, un’occasione unica per approfondire materie scolastiche, conoscere la natura incontaminata nei suoi molteplici aspetti ed imparare a rispettarla. In alcuni contesti, le visite sono impreziosite dalla partecipazione di “tesori viventi” che attraverso i loro racconti divulgano sapere ed esperienze per meglio comprendere ed apprezzare l’ambiente visitato. Le offerte didattiche articolate in più giornate permettono di entrare in contatto in modo profondo con ambienti e temi suggeriti dall’Ecomuseo.

 

 Vi attendiamo in Val Vestino! www.VisitValVestino.it

 

 

ATTIVITÀ PRINCIPE – Ecomuseo della Valvestino
CIMA REST, l’altopiano con i tetti in paglia

 

Si trova in posizione panoramica nel cuore di Val Vestino, nel Parco dell’Alto Garda Bresciano. È un luogo dove la natura e l’uomo convivono da secoli e hanno trovato uno splendido equilibrio. Gli alpeggi sono punteggiati da caratteristici FIENILI CON TETTI IN PAGLIA, uno di questi è stato adibito a museo etnografico. I fienili, dai ripidissimi spioventi, sono stati restaurati e riadattati per l’ospitalità del turista (ogni fienile è dotato di ampio soggiorno con cucina attrezzata, servizi igienici, sei posti letto e riscaldamento autonomo).

 

Si tratta di una struttura originale, documentata a partire da inizio ‘600, sulla quale sono state fatte più ipotesi. C’è chi la vuole molto antica, forse pre-longobarda. Altri indicano analogie trentine ampiamente documentate ancora nell’800. C’è chi propone influenze austriache (Carinzia e Stiria) e di regioni asburgiche orientali (dall’Ungheria alla Bosnia), soprattutto per la particolare intravatura del tetto. Ipotesi, peraltro, fra loro tutte compatibili per il comune passato storico e i rapporti tra questi luoghi anche lontani: emigrazione e servizio militare, ad esempio, per restare ai secoli moderni.

 

Ogni fienile era composto al piano terreno da una stanza d’abitazione, stalla, “casina” per lavorazione del latte, al piano superiore dal fienile collegato alla sottostante stalla da una botola per lasciar cadere il fieno. Costruiti a ridosso del paese, in zone prative adatte al pascolo e alla raccolta del foraggio, erano quindi strutturati in modo tale da provvedere a tutte le esigenze della famiglia, dalla stalla, all’abitazione per il proprietario, al locale per la lavorazione del latte, dal fienile propriamente detto, situato sopra la stalla.

 

L’edificio è costruito con muri di pietra a secco protetti dai due spioventi del tetto. La copertura è in paglia di frumento, “Gentil ross”, che veniva coltivato un tempo a queste altezze in una qualità, con lo stelo lungo, resistente ed elastico.

 

 

SERATA «A LUME DI STELLA» presso l’OSSERVATORIO ASTRONOMICO

 

A un passo dal cielo … Scruta la volta celeste nel silenzio di Cima Rest!

 

A borgo Cima Rest è possibile scrutare i corpi celesti dall’Osservatorio Astronomico, posto a 1200 metri di quota, in una zona ancora poco contaminata dall’invadenza delle luci artificiali.

 

La particolarità del cielo della Valle, libero dall’inquinamento atmosferico e luminoso, permette delle osservazioni in situazioni ideali per esperti, ma anche per coloro che per la prima volta hanno l’occasione di avvicinarsi agli strumenti che l’associazione Astrofili di Salò mette a disposizione al pubblico.

 

Le costellazioni sono raggruppamenti di stelle che gli uomini hanno battezzato con i nomi più fantasiosi e strani: nomi di eroi della mitologia, di mostri e animali, nomi di oggetti. Scopo dell’osservazione è identificare e riconoscere cosa si può osservare nel cielo.

 

L’inizio dell’attività prevede quindi una fase introduttiva teorica che studierà l’universo, la nostra galassia ed il nostro sistema solare e, riferendosi alla mitologia, permetterà di capire l’origine del nome dei diversi corpi celesti. Si scoprirà cosa esiste aldilà del pianeta terra, nello spazio infinito. Si procederà poi ad osservare il cielo con i propri occhi utilizzando il telescopio. Tutto questo avvolti nella splendida cornice di Cima Rest e dei suoi caratteristici fienili.

 

Aperto al pubblico da maggio a settembre.

<< A SCUOLA DI NATURA>> ESCURSIONE GUIDATA SUL TERRITORIO – I SEGRETI DEL BOSCO con illustrazione di aspetti rilevanti (storici, etnografici, naturalistici, botanici e faunistici) della Valle.

La natura, il bosco, gli animali: una vera e propria aula didattica all’aria aperta!

 

Con l’istituzione di un Sito di Interesse Comunitario, l’Unione Europea ha riconosciuto il grande valore naturalistico della Val Vestino. Luogo ideale per stare a contatto con la natura e per imparare ad amarla.

 

L’attività prevede:

 

_ Conoscere flora, fauna e, più in generale, la natura nelle sue mille sfaccettature. Imparare a riconoscere fiori e piante, a capire come si distribuisce la vegetazione e come si adatta alle diverse condizioni climatiche e ambientali dovute all’alta quota, il ruolo delle piante in natura. Quali sono gli animali che vivono nelle nostre montagne? Come vivono, di che cosa si nutrono, come si adattano alle diverse condizioni climatiche e ambientali, ruolo in natura, la catena alimentare;

 

_ Come si sono formate le nostre montagne, le rocce, l’azione degli agenti atmosferici, i ghiacciai. Il «tempo geologico», gli eventi geologici, la formazione delle Alpi, la morfologia del territorio della Val Vestino, ricostruire i fondali dove si formò la Dolomia, i fossili e la fossilizzazione: ruolo e significato, datare le rocce;

 

_ Riflettere sull’importanza di salvaguardare l’ambiente naturale;

 

_ Imparare a vivere la montagna e il bosco.

ESCURSIONE verso CIMA TOMBEA LUNGO IL VECCHIO CONFINE AUSTRO – UNGARICO. LA VAL VESTINO E LA PRIMA GUERRA MONDIALE

 

È possibile osservare verso Nord quello che un tempo era il territorio dell’Impero Austro-Ungarico, mentre alle spalle si può ammirare quella che ne fu l’estrema pendice meridionale: la Valle di Vestino.

 

La vera anomalia rispetto al Bresciano si compì quando i territori confinanti, Gardesana, Valsabbia e Val di Ledro, diventarono domini della Serenissima, mentre la Val Vestino restò terra imperiale infeudata ai Lodron. Un cuneo di particolare interesse strategico, perché costituiva una via d’ingresso alla pianura meno agguerrita rispetto ad altre, con duplice discesa verso la Riviera e la Valsabbia, quest’ultima in età veneta difesa dalla Rocca d’Anfo. E di soldati sui sentieri della Valle ne sono passati parecchi: dai lanzichenecchi, ai garibaldini, agli italiani della prima guerra mondiale.

 

Camminando tuttora è facile trovare cippi con la data 1753: l’anno del convegno di Rovereto, quando l’Austria e Venezia definirono i confini del Tirolo meridionale nel quale la Valle restò inclusa anche dopo la Restaurazione.

 

Gli uomini, quindi, prestavano servizio militare nelle file austriache, le leggi erano quelle di Vienna, parroci e curati erano inviati da Trento. Il confine, alla confluenza del torrente Droanello con il fiume Toscolano, si superava solo con il passaporto.

 

Nel maggio del 1915, i soldati italiani liberavano la Valle o, meglio, la occupavano, dato che i valvestinesi pare non fossero entusiasti di essere annessi all’Italia: con l’Austria godevano di privilegi e franchigie che agevolavano il commercio, ad esempio della carne, e poi si trattava di cambiare tutto, leggi, moneta, diocesi. Il 26 settembre 1920 avvenne la definitiva annessione del Trentino e dell’Alto Adige all’Italia.

 

Percorrere e osservare una mulattiera di origine militare, oltre a rievocare la memoria delle attività di belligeranza di un tempo, fa comprendere quanto la guerra cambiasse la vita dei borghi vicini e ne coinvolgesse le energie. Si possono visitare antichi depositi militari scavati nella roccia, trincee e postazioni strategiche realizzate in muratura o scavate nel terreno, e ciò che resta della stazione di monte di una teleferica.

 

 

NON SOLO STORIA – VISTA PRIVILEGIATA SULLE ALPI

 

Il tracciato si sviluppa in prossimità del crinale che separa la provincia di Brescia con quella di Trento. Una posizione privilegiata che consente di ammirare il paesaggio in ogni sua sfumatura: cime, formazioni rocciose, praterie e vallate rivestite da estesissimi boschi. Non c’è luogo migliore per apprezzare, con rara completezza, il paesaggio e la natura dell’entroterra del Parco Alto Garda Bresciano. Particolarmente significative sono le vedute sui caratteristici borghi di Magasa, Armo, Bollone, Moerna, Persone e Turano, testimonianze esemplari di «architettura spontanea». Dalle sommità più elevate è possibile cogliere preziosi scorci del Lago di Garda e del Lago d’Idro e panoramiche delle catene prealpine e alpine della Lombardia, del Trentino-Alto Adige e del Veneto. In lontananza, inoltre, si possono scorgere le vette che costituiscono l’attuale confine con l’Austria.

VISITA in MALGA

 

Al fine di apprendere come si produce il formaggio e capire cosa significa vivere in malga e portare le mucche all’alpeggio. Un territorio montano come quello di Val Vestino ha conosciuto e conosce l’importanza delle attività connesse all’alpeggio e al mestiere del malgaro. Queste attività garantiscono da un lato la produzione di latte e derivati dalle elevate caratteristiche nutrizionali; dall’altra assicurano la manutenzione del paesaggio, il mantenimento di saperi e tradizioni e la preservazione dell’equilibrio ambientale.

 

La conservazione dell’autenticità di questi luoghi, che possono essere considerati a tutti gli effetti dei “paesaggi culturali”, è dovuta anche al contributo di questi allevatori, le cui attività dalla forte valenza sociale e ambientale meritano di essere preservate e sostenute.  

 

Obiettivi didattici:

_ Conoscenza del territorio;

_ Conoscenza delle attività agro-pastorali locali;

_ Valorizzazione delle risorse e dei prodotti locali;

_ Confronto tra passato e presente.

Cosa impariamo?

_ La caseificazione tradizionale in malga;

_ Vita quotidiana sulle montagne.

 

Tra i prodotti caseari, il più caratteristico e ricercato è certamente il FORMAGGIO TOMBEA. Di eccelsa qualità, è vanto esclusivo della Val Vestino e viene prodotto utilizzando unicamente il latte delle vacche allevate negli alpeggi e nelle stalle del territorio circostante l’omonimo monte. È un formaggio di altissimo pregio a crosta dura, che ha una limitata diffusione commerciale a causa del ridotto numero di produttori. A differenza di altri formaggi d’alpeggio, ha un sapore delicato, gradevole, dolce con un retrogusto di vaniglia, secondo alcune interpretazioni derivato dai composti secondari di alcune orchidee tra cui Nigritella nigra, che permette di apprezzare tutta la fragranza del latte e dei fiori di montagna. Le forme, se poste in locali con temperatura e umidità costanti, possono stagionare fino a dieci anni divenendo vere e proprie perle gastronomiche. Ritenuto uno dei migliori formaggi d’alpe, è presidio Slow Food.

 

VISITA all’ORTO – COLTIVAZIONE del tipico FAGIOLO DELLA VAL VESTINO

 

L’Orto quale luogo di apprendimento, informazione (ed anche sperimentazione) che fa conoscere ed educa al cibo sano e di qualità nonché alla sostenibilità alimentare ed ambientale. Ogni giorno ci nutriamo, infatti, di piante e l’orto è colmo di bellezze e scoperte che i nostri occhi, spesso distratti, non notano dandole per scontate. Si osserverà forma e colori della semente del pregiato fagiolo della Val Vestino e si ricostruirà il suo ciclo vitale. Il tutto «condito» dalla testimonianza diretta di coltivatori privati di Val Vestino.

 

 

ATTIVITÀ “CONOSCERE IL SENTIERO E LA MAPPA”

 

Obiettivi didattici: i punti cardinali, la bussola, l’altimetro, la carta topografica. Attività di lettura del territorio per lo sviluppo delle capacità motorie, logiche e decisionali dell’alunno.

 

Verrà fornito il relativo itinerario tematico con cartina. Le mappe sono da sempre uno strumento utilissimo perché ci mostrano il mondo intorno a noi, aiutandoci a localizzare i luoghi, a misurare le distanze e ad individuare la nostra posizione. In sostanza ci aiutano ad orientarci.

 

Quando si parte per un viaggio è importante avere con sé una mappa del luogo. Non dobbiamo dimenticarci che non sempre c’è segnale o si ha a disposizione la connessione internet, basti pensare ad esempio ad un’escursione in montagna o in qualunque ambiente naturale, perciò è importante imparare a leggere anche le mappe su carta.

 

Per capire come leggere una mappa è prima di tutto essenziale comprendere i vari elementi che la caratterizzano e come questi possono darci degli indizi, facilitando l’orientamento. Tra questi ci sono: i colori, la scala, la legenda, le curve di livello, i punti cardinali, latitudine e longitudine.

ATTIVITÀ “LA QUALITÀ DELLE ACQUE”

 

Possibile su qualsiasi torrente con l’osservazione di invertebrati.

 

 

LA STORIA RIVIVE NEL PRESENTE: LE STRUTTURE MUSEALI – Ecomuseo della Valvestino

“La memoria è tesoro e custode di tutte le cose” – Cicerone

MUSEO ETNOGRAFICO DELLA VALVESTINO

Oggetti per ricordare

L’immobile, situato nel caratteristico borgo di Cima Rest, rappresenta un esemplare recupero di edificazione ad alta valenza caratteristica: si tratta infatti di una tipologia geograficamente assai poco diffusa e propriamente rappresentativa della zona.

 

Il Museo offre al visitatore uno spunto per avvicinarsi alla lettura della Valle e delle sue molteplici caratteristiche che sono venute costruendosi nel tempo come tessere di un mosaico.

 

Gli oggetti esposti sono stati scelti sulla base del valore simbolico e insieme culturale e artistico, che si delinea soprattutto in ragione del distacco tra il significato odierno e quello che gli stessi oggetti rappresentano nel passato, capace di suscitare emozioni, di invitare chi osserva a ricostruire un mondo ormai scomparso. La scelta delle modalità di presentazione degli oggetti esposti è differenziata in tre ambiti espositivi principali: il fienile al piano superiore, la stalla al piano inferiore e la “casera” al fondo del piano terra. Nonostante ciò, un filo conduttore lega i tre ambiti-ambienti destinati ad accogliere beni esposti e visitatori: l’edificio unifica i percorsi espositivi facendo loro da scenario comune. Una serie di rimandi fra gli oggetti simbolo ospitati e l’edificio ospitante approfondisce e rende più persuasiva e coinvolgente la lettura degli uni e dell’altro.

 

I beni mobili divenuti oggetto dell’allestimento, sono stati individuati nel territorio della Val Vestino e sono costituiti per larga parte da strumenti di lavoro agricolo, artigianale e caseario: a titolo esemplificativo si citano le “slitte” per il trasporto del legname, gli attrezzi volti alla produzione di formaggio, le attrezzature per la lavorazione del legno, per la coltivazione dei campi e per la realizzazione/conduzione dei fienili e delle strutture legate all’attività della pastorizia.

 

Si entra a far parte di un “luogo della memoria”. Il Museo racconta la storia e le tradizioni che hanno plasmato il territorio. La vita delle nostre comunità in passato era molto differente da quella di oggi e la visita al Museo Etnografico di Valvestino Vi porterà in un viaggio affascinante alla scoperta di quel passato, non troppo lontano.

 

MUSEO “DON PIETRO PORTA”

 

Le meraviglie botaniche di Val Vestino

 

Realizzato in collaborazione con il Museo di Scienze Naturali di Brescia, l’ex caseificio sociale della frazione di Moerna ospita al piano superiore l’esposizione botanica di Don Pietro Porta, illustre botanico dal quale ereditiamo uno tra gli erbari di piante bresciane più importanti, originario di Val Vestino con le specie vegetali locali più rappresentative da lui stesso raccolte.

 

Val Vestino è luogo che ha visto il passaggio di numerosi illustri scopritori degli endemismi di queste montagne. Cima Tombea in particolare, è un hot spot, sito unico per ricchezza e diversità floristica a livello dell’intero arco alpino.

 

 In questo scenario, in cui vegetano erbe uniche al mondo, i preziosi reperti raccolti da don Porta più di cento anni fa, costituiscono il supporto reale e materiale, a cui aggrapparsi per entrare nell’immenso spazio multidimensionale della botanica.

 

La luce, la grafica ricercata e le scenografie contribuiscono a rendere questo museo davvero coinvolgente. Le informazioni sul paesaggio vegetale locale sono esposte in un insolito percorso che ha come struttura base la forma geometrica dei cristalli che compongono le rocce prevalenti della Valvestino. Nel percorso sono disponibili pannelli, strumenti multimediali e filmati per coloro che desiderano approfondire la conoscenza della flora e gli aspetti botanici del territorio.

 

Al piano terra è stata conservata l’architettura dell’antico caseificio con gli oggetti e gli strumenti originali per la produzione del latte.

OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI CIMA REST

 

L’Osservatorio di Cima Rest si propone la divulgazione e la conoscenza dell’astronomia tra quanti desiderano ammirare le meraviglie e l’immensità del cielo.

 

L’Associazione Astrofili di Salò nelle sue escursioni osservative aveva da tempo individuato a Cima Rest, nel Comune di Magasa, un sito ideale per osservare il cielo notturno al riparo dall’inquinamento atmosferico e luminoso che sta sempre più nascondendo il cielo stellato definito dalla stessa Unesco “Patrimonio dell’umanità”.

 

L’Osservatorio, aperto al pubblico nel 1997, è stato realizzato con una strumentazione ottica di grande qualità ma ospitata entro una cupola di ridotte dimensioni, per non turbare la cornice naturale di grande bellezza del luogo, dove silenzio e tranquillità si fondono con l’aspetto naturalistico.

 

Si compone di due strutture: la prima, è dedicata al pubblico e consiste in una postazione osservativa dotata di un telescopio Newton da 37.5 cm. di diametro aperto a F.4.5 stazionato in un ricovero a tetto scorrevole. La seconda, è dedicata al lavoro di osservazione e ricerca dell’associazione.

 

La gestione dell’Osservatorio è affidata all’Associazione Astrofili di Salò grazie alla convenzione con il Comune di Magasa al quale va il merito di aver reso possibile la realizzazione di questo progetto.

 

L’Osservatorio fa parte dell’Ecomuseo della Valvestino.

ANTICHI MESTIERI: IL MULINO AD ACQUA

 

Posto lungo il corso del torrente Toscolano, il vecchio Mulino ad acqua di Turano, dove un tempo i valligiani macinavano granoturco, frumento e orzo ottenuti con fatica lavorando lungo i pendii della Valle, è un singolare esempio di laboratorio di macinazione d’interesse storico, contenente ancora al proprio interno le macine originali. Era certamente attivo nel 1860, come risulta dai catasti della Provincia del Tirolo.

 

Il mulino era privato e gli abitanti della Valle vi si recavano col loro carico per farlo macinare. Dopo l’utilizzo, corrispondevano al “Massaro” il dovuto e, se andava bene, non subivano i dazi dei drappelli militari.

 

Alle macine, una delle quali funzionanti, si accede dal piano terra, attraverso una porta in legno massiccio con serratura a chiavistello originale. Il piano terra è costituito da due vani, in ognuno dei quali è presente un palmento impalcato in legno. I palmenti comprendono le macine e le strutture accessorie per la macinazione (da qui l’origine del detto “mangiare a quattro palmenti”). Entrambi i palmenti sono collegati ai perni delle pale esterne in legno, che sono state interamente ricostruite.

 

La ruota idraulica, ideata già nell’antichità ma diffusasi in Europa dopo l’anno Mille, è la prima macchina: il suo uso ha reso possibile per la prima volta sostituire la forza muscolare dell’uomo e degli animali con quella dell’acqua. Applicata innanzitutto alle macchine necessarie alla macinazione dei cereali, la ruota idraulica fu in seguito utilizzata per azionare i frantoi per le olive, le segherie per il taglio del legname, i magli e i mantici delle fucine in cui si lavoravano i metalli, i pestelli impiegati nella lavorazione dei panni e nella fabbricazione della carta. Oltre alle due ruote che azionavano le macine, una terza muoveva la mola necessaria al mugnaio per la manutenzione dei suoi attrezzi in ferro.

 

Il Mulino, è stato recentemente recuperato dalla Comunità Montana Parco Alto Garda Bresciano che ne ha conservato intatte le caratteristiche tipologiche e le attrezzature.

 

Sono osservabili le macine, le tramogge, i palmenti e una serie di pannelli illustrativi permettono di conoscere come funzionava l’impianto, come dovesse essere la vita del mugnaio e quali fossero i cereali che venivano coltivati nella Valle e quindi macinati in questo impianto.

 

SEGHERIA VENEZIANA

 

La segheria è situata in località Cola, comune di Valvestino, in laterale destra sulla strada Provinciale per Magasa (circa mt. 300 dalla rotatoria). Costruita nel 1913 da Stefano Viani, la segheria «veneziana» fu il primo impianto per la segagione del legname mai realizzato nella Valle, dove fino ad allora i tronchi venivano lavorati manualmente, con un «segone a due manici».

 

Successivamente venne acquistata dalla Società Feltrinelli, che la gestì fino al secondo dopoguerra contribuendo in modo determinante allo sfruttamento economico delle risorse forestali della Valle, anche attraverso la realizzazione della strada che da Navazzo di Gargnano ha tolto dall’isolamento la Val Vestino nel 1934 (il monumento a Giuseppe Feltrinelli eretto nelle vicinanze, in località Bersaglio, costituisce ricordo e ringraziamento per questa opera).

 

In origine la segheria tagliava il legname attraverso una sega a moto verticale di tipo ‘segheria veneziana’. La sega veneziana era una macchina la cui funzione era la segagione dei tronchi per ricavarne tavole e travi il cui funzionamento si basava sul principio del mulino ad acqua. L’acqua proveniente da un torrente o da un bacino veniva portata, tramite una canaletta in legno, a cadere sopra le pale di una ruota idraulica verticale, la quale trasmetteva il suo movimento a un sistema biella-manovella.

 

La biella era montata sulla parte inferiore del telaio su cui era fissata la lama. Questo compiva un movimento alternativo in direzione verticale e la lama tagliava solo nella fase discendente. Il meccanismo della sega permetteva al tronco di avanzare automaticamente dopo ogni discesa della lama. Il termine veneziana non è indicato in letteratura per indicare tutte le seghe idrauliche. La differenza fra la sega veneziana e le altre seghe idrauliche in uso in Europa sembra risiedere essenzialmente nel tipo di meccanismo utilizzato per trasformare il moto rotatorio della ruota idraulica in quello lineare necessario al funzionamento della sega.

 

Il fabbricato rappresenta dunque un esempio di archeologia industriale per la Valle.

 

 Il segantino dei Feltrinelli, Bruno Donati, rilevò la segheria dalla società negli anni Cinquanta del Novecento e la fece funzionare, non più idraulicamente ma con energia elettrica. La segheria è stata ricostruita da ERSAF con lo scopo di recuperare una memoria importante della storia forestale della Valle.

ANTICHI MESTIERI: MUSEO DEL LATTE

 

È stata conservata l’architettura dell’antico caseificio con l’esposizione museale di oggetti e strumenti originali specifici per la lavorazione e trasformazione tradizionali del latte. Il caseificio turnario di Persone, analogamente a quelli di Armo e Moerna, è stato costruito nei primi anni del 1900 dai soci allevatori che, in proporzione al bestiame posseduto, fornirono materiali e manodopera.

 

Ciascun socio portava quotidianamente al caseificio il latte prodotto dalle proprie vacche e aveva il “diritto di turno”, ossia di fare il formaggio in proporzione al latte fornito.

 

Rimasto al servizio dei soci sino al 1998 quando, ormai in disuso, è stato acquistato dal Comune. Il caseificio è posto ai limiti del paese. Gli spazi dedicati alla lavorazione del latte sono al piano terra.

L’ANTICA CALCHERA

 

Serviva a produrre la calce viva cuocendo le pietre calcaree estratte dalle rocce del luogo: era fatta a botte, parzialmente scavata nel terreno e rivestita a secco di altro pietrame con una porticina per accendere ed alimentare il fuoco che doveva durare ininterrottamente e con costanza a 1000°C per circa otto giorni.

 

 È situata in località Bersaglio, all’interno della zona umida, nelle vicinanze della rotatoria che porta a Magasa e a borgo Cima Rest.

 

La diffusione delle calchere è concentrata principalmente nella catena prealpina dove è possibile reperire la materia prima; infatti, sono legate agli affioramenti di calcare o dolomia.

PACCHETTI DIDATTICI – Ecomuseo della Valvestino

 

 PACCHETTO DIDATTICO

 

“Val Vestino si racconta … tour degli Antichi Mestieri”

Gita di 1 giorno

Da 25,00 €.

Ore 9:00              Arrivo presso borgo Persone di Valvestino con sosta per visitare l’ex caseificio turnario, ora MUSEO DEL LATTE;

Ore 10:00            ESCURSIONE GUIDATA con, lungo il percorso, illustrazione degli aspetti rilevanti (naturalistici, storici, etnografici) della Valle.

 

Grazie ad un comodo sentiero immerso nel bosco si raggiunge la splendida grotta naturale “Cuel dell’Orco”. I CÙEI erano utilizzati poiché in montagna, per vivere, venivano svolte attività tipiche quali fienagione, taglio legna, produzione di carbone e pascolo. Per stare quindi molti giorni sui monti, era necessario trovare un posto sicuro al quale appoggiarsi per nutrirsi, dormire e ripararsi in caso di cattivo tempo.

 

Ore 11:30            Arrivo nell’abitato di Turano (ritiro pranzo al sacco) e proseguimento dell’itinerario;

Ore 12:00            IL MUGNAIO Visita al vecchio Mulino ad acqua di Turano cui seguirà pranzo al sacco;

Ore 14:00 In cammino … direzione Segheria “veneziana”

Lungo il percorso …

*Esplorazione dell’area umida con ANTICA CALCHERA;

IL CONTADINO Visita ad uno degli orti-colitivazione del tipico FAGIOLO della VAL VESTINO;

Ore 15:30            IL SEGANTINO e LA SEGHERIA VENEZIANA;

Ore 16:30 circa  Partenza per fare rientro a scuola.

PACCHETTO DIDATTICO

Alla Scoperta di Cima Rest”

Gita di 1 giorno

Da 25,00 €

Ore 9:30              Arrivo presso borgo Cima Rest

(ritiro pranzo al sacco);

Ore 10:00            ESCURSIONE GUIDATA sul territorio.

Lungo il tragitto si farà VISITA ALLA MALGA luogo di produzione del tipico formaggio Tombea (pranzo al sacco);

Ore 16:00            Rientro a Cima Rest con VISITA AL MUSEO ETNOGRAFICO DELLA VALVESTINO e ai CARATTERISTICI FIENILI CON IL TETTO IN PAGLIA;

Ore 17:00 circa  Partenza per fare rientro a scuola.

PACCHETTO DIDATTICO

“I Pini Silvestri di Armo e la Resinazione”

Gita di 1 giorno

Da 25,00 €

 

Il bosco di pino silvestre (pinus sylvestris) che sovrasta Armo è di probabile origine artificiale, frutto di un rimboschimento effettuato dall’amministrazione austro-ungarica nei primi anni del Novecento. I pini di Armo portano impressa nella corteccia la testimonianza ancora visibile di una pratica ormai perduta, relegata fra i ricordi di quel tempo in cui dal bosco si prelevava tutto quanto era possibile sfruttare. Così avveniva per la resina, prezioso composto prima dell’avvento della chimica organica. La tecnica di estrazione è facilmente immaginabile osservando i segni non del tutto cicatrizzati che questa pratica ha lasciato: veniva usato il metodo detto a “spina di pesce”, attuato mediante incisioni a V profonde un cm circa sul legno librato dalla corteccia. Alla base delle incisioni il liquido riempiva piccoli recipienti dai quali veniva periodicamente raccolto. I Pini di Armo hanno subito un solo ciclo di resinazione, su un lato dell’albero. Il Procedimento completo, prevedeva invece l’incisione anche sugli altri lati, secondo intervalli, di circa cinque anni.

 

La Valvestino doveva essere una discreta produttrice di trementina. Giuseppe Zeni, profondo conoscitore di questa terra, racconta di un commercio fiorente con la vicina Repubblica Veneta, che impiegava la resina nella manutenzione della propria flotta, e suggerisce l’ipotesi suggestiva dell’origine del toponimo fornèl, intercluso nella foresta demaniale sulla destra idrografica della Val Droanello, attribuendola alla presenza di un impianto per la raffinazione della resina finalizzata ad ottenere la trementina.

 

Se l’ipotesi è attendibile non è da escludere che a fianco della raffineria di trementina vi fosse anche un impianto di distillazione secca del legno per la produzione di pece navale (pece nera) che veniva usata proprio per calafatare le navi.

 

Ore 9:00              Sosta presso borgo Moerna di Valvestino e visita al MUSEO DON PIETRO PORTA – LE MERAVIGLIE BOTANICHE DI VAL VESTINO e al punto panoramico di San Rocco;

Ore 10:45            Arrivo presso borgo Armo (con tappa per ritiro pranzo al sacco nella frazione di Turano)

Prima di partire … Attività CONOSCERE IL SENTIERO E LA MAPPA;

Ore 11:30            ESCURSIONE GUIDATA sul territorio

Itinerario: Armo (849 m) – Ponte Franato (903 m) – Messane (1100 m) – Armo (849 m). Lungo il tragitto si pranzerà al sacco.

Ore 17:30 circa  Partenza per fare rientro a scuola.

INFORMAZIONI PRATICHE gite di un giorno – Ecomuseo della Valvestino

 

 I preventivi, saranno calcolati sul numero di studenti partecipanti indicato al fine di personalizzare adeguatamente i costi dei pacchetti. Verrà comunicato il costo complessivo del pacchetto didattico e non la suddivisione a studente del prezzo.

 

I progetti didattici di una giornata sono comprensivi di: escursione con accompagnatore di media montagna, pranzo al sacco e visite guidate ai Musei.

 

Costo di trasporto escluso. Val Vestino è raggiungibile esclusivamente con autobus max 30 posti.

 

 Per qualsiasi richiesta di preventivo e prenotazione rivolgersi a:

Consorzio Forestale Terra Tra i due Laghi – Ecomuseo della Valvestino

Loc. Cluse – 25080 Turano Valvestino (Bs)

Tel. 0365. 745007

info@consorzioforestaleterratraiduelaghi.com

PACCHETTO DIDATTICO

“Notte a Cima Rest … Tra Paglia e Stelle”

Gita di 2 giorni

Da 75,00 €

Ore 9:30              Arrivo presso borgo Moerna di Valvestino e visita al MUSEO DON PIETRO PORTA – LE MERAVIGLIE BOTANICHE DI VAL VESTINO e al punto panoramico di San Rocco;

Ore 10:45 Partenza con pullman per Cima Rest;

Ore 11:45 Arrivo presso borgo Cima Rest, sistemazione presso i caratteristici fienili con il tetto in paglia e pranzo al sacco;

Ore 14:00            ESCURSIONE GUIDATA sul territorio;

Ore 19:00            Cena presso Ristorante – Bar “Malga Corva”;

Ore 20:30            Serata “A Lume di Stella” presso l’OSSERVATORIO ASTRONOMICO.

***

Ore 8:30              Colazione presso Ristorante – Snack Bar “Al borgo di Cima Rest”;

Ore 09:15            VISITA AL MUSEO ETNOGRAFICO DELLA VALVESTINO (su richiesta, sarà possibile avere supporto cartaceo di guida al museo) e ai CARATTERISTICI FIENILI CON IL TETTO IN PAGLIA;

Ore 10:30 Partenza per fare rientro a scuola.

PACCHETTO DIDATTICO

“Storia e Memoria”

Gita di 3 giorni

Da 125,00 €

Ore 9:30              Arrivo presso borgo Moerna di Valvestino e visita al MUSEO DON PIETRO PORTA – LE MERAVIGLIE BOTANICHE DI VAL VESTINO e al punto panoramico di San Rocco;

Ore 10:45 Partenza con pullman per Cima Rest;

Ore 11:45 Arrivo presso borgo Cima Rest, sistemazione presso i caratteristici fienili con il tetto in paglia e pranzo al sacco;

Ore 14:00            VISITA AL MUSEO ETNOGRAFICO DELLA VALVESTINO e ai CARATTERISTICI FIENILI CON IL TETTO IN PAGLIA.

A seguire, ESCURSIONE GUIDATA sul territorio;

Ore 19:00            Cena presso Ristorante – Bar “Malga Corva”;

Ore 20:30            Serata “A Lume di Stella” presso l’OSSERVATORIO ASTRONOMICO.

***

Ore 9:00              Colazione presso Ristorante – Snack Bar “Al borgo di Cima Rest” (ritiro pranzo al sacco);

Ore 09:30            ESCURSIONE GUIDATA sul territorio VERSO CIMA TOMBEA … SULLE TRACCE DELLA GRANDE GUERRA IN VAL VESTINO (pranzo al sacco);

Ore 18:00            Rientro a Cima Rest

Ore 19:00            Cena presso Ristorante – Bar “Malga Corva”;

***

Ore 8:30              Colazione presso Ristorante – Snack Bar “Al borgo di Cima Rest”;

Ore 09:15            Partenza per borgo Persone di Valvestino;

Ore 10:00            Arrivo a Persone con VISITA AL MUSEO ANTICHI MESTIERI: IL CASEIFICIO;

Ore 10:30 Partenza per fare rientro a scuola.

INFORMAZIONI PRATICHE gite di più giorni – Ecomuseo della Valvestino

I fienili di borgo Cima Rest possono ospitare un massimo di 18 persone.

I preventivi, saranno calcolati sul numero di studenti partecipanti indicato al fine di personalizzare adeguatamente i costi dei pacchetti.

Verrà comunicato il costo complessivo del pacchetto didattico e non la suddivisione a studente del prezzo.

I progetti didattici di più giorni sono comprensivi di: escursione/i con accompagnatore di media montagna, pranzo/i al sacco, visite guidate ai Musei, cene in ristorante, ingresso in Osservatorio, pernottamento/i in fienile e colazioni.

Costo di trasporto escluso. Val Vestino è raggiungibile esclusivamente con autobus max 30 posti.

 Per qualsiasi richiesta di preventivo e prenotazione rivolgersi a:

Consorzio Forestale Terra Tra i due Laghi – Ecomuseo della Valvestino

Loc. Cluse – 25080 Turano Valvestino (Bs)

Tel. 0365. 745007

info@consorzioforestaleterratraiduelaghi.com