La Segheria “veneziana” è perfettamente funzionante e rappresenta un esempio di archeologia industriale per la Valle.
È situata in località Cola, comune di Valvestino, in laterale destra sulla strada Provinciale per Magasa a una distanza di circa mt. 300 dalla rotatoria.
Costruita nel 1913 da Stefano Viani, la segheria «veneziana» fu il primo impianto per la segagione del legname mai realizzato nella Valle, dove fino ad allora i tronchi venivano lavorati manualmente, con un «segone a due manici».
Successivamente venne acquistata dalla Società Feltrinelli, che la gestì fino al secondo dopoguerra contribuendo in modo determinante allo sfruttamento economico delle risorse forestali della Valle, anche attraverso la realizzazione della strada che da Navazzo di Gargnano ha tolto dall’isolamento la Val Vestino nel 1934: il monumento a Giuseppe Feltrinelli fu eretto nelle vicinanze, in località Bersaglio, a ricordo e ringraziamento per questa opera.
Un tempo una teleferica, di cui rimangono solo i disegni di progetto, collegava la segheria alla località Cassanega presso Cadria.
In origine la segheria tagliava il legname attraverso una sega a moto verticale di tipo ‘segheria veneziana’. La sega veneziana era una macchina la cui funzione era la segagione dei tronchi per ricavarne tavole e travi il cui funzionamento si basava sul principio del mulino ad acqua. L’acqua proveniente da un torrente o da un bacino veniva portata, tramite una canaletta in legno, a cadere sopra le pale di una ruota idraulica verticale, la quale trasmetteva il suo movimento a un sistema biella-manovella.
La biella era montata sulla parte inferiore del telaio su cui era fissata la lama. Questo compiva un movimento alternativo in direzione verticale e la lama tagliava solo nella fase discendente. Il meccanismo della sega permetteva al tronco di avanzare automaticamente dopo ogni discesa della lama.
Il segantino dei Feltrinelli, Bruno Donati, rilevò la segheria dalla società negli anni Cinquanta del Novecento e la fece funzionare non più idraulicamente, ma con l’energia elettrica.
ERSAF ne ha curato il restauro con lo scopo di recuperare una memoria importante della storia forestale della Val Vestino e l’Ecomuseo della Valvestino si occupa della gestione. È possibile visitarla nei giorni d’apertura al pubblico, la domenica pomeriggio nel periodo estivo.
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