Percorso del Carbonaio

Itinerario Trekking – Giro ad anello

Tempo di percorrenza: 4h 30’

Distanza Totale: 10 Km

Tipo di Percorso: ANELLO

Tipo di Sentiero: E

Difficoltà: 3/5

Percorrenza: Trekking

Colore: ROSA

Numerazione sentieri CAI: 272 – 471 – 474

Dislivello: 761 m

Presenza di Tratti Esposti o Pericolosi: NO

Traccia GPX: Download

La cartografia è un estratto della carta 4LAND n. 111 “Parco Alto Garda Bresciano”

BOLLONE – M.TE PALLOTTO – P.SO DI VESTA – BOLLONE

Sulle tracce dell’Antico Mestiere del Carbonaio

Il bosco è stato da sempre la principale fonte di sopravvivenza nella valle, infatti, le aree boscate venivano acquisite più per ricavarne combustibile, che per farne legname da opera. Il percorso parte a Bollone, frazione della valle nota per la lunga tradizione di famiglie di carbonai che vi abitavano. Molti contadini, infatti, si dedicavano periodicamente alla produzione del carbone costruendo la carbonaia “poiàt” direttamente in bosco, su piazzole appositamente realizzate dette “giàl”. Il carbone, raccolto e racchiuso in sacchi, veniva settimanalmente portato a valle, da dove i “cavalèr” con i muli, e più tardi i “caretèr” con i carretti, lo trasportavano sulla Riviera del Garda per lo scambio con farina, tabacco e vari prodotti alimentari non reperibili in loco. La stazione di fermata era in località Molino di Bollone.

 

Fasi di preparazione del Poiàt: La complessa trasformazione in carbone della legna

1. Individuata la pianeggiante “giàl”, si allestiva una catasta di legna con al centro un palo, in modo da poterlo poi sfilare e creare il camino, attorno al quale si ammassava verticalmente la legna.
2. Si ricopriva la catasta di legna, sommità inclusa, con fogliame, residuo di bosco e terra.
3. Tramite la chiusura ed apertura dei fori che venivano praticati sul poiàt, i carbonai controllavano costantemente la combustione per evitare che si spegnesse o, peggio ancora, che la legna bruciasse trasformandosi in cenere e che il processo si completasse su tutta la legna presente.

Bollone di Valvestino
Bollone di Valvestino
“Giàl” aia carbonile, piazzola usata in tempi passati per la produzione del carbone. I Poiàt erano di varie misure sino ad un diametro di 5 m. e ad una altezza di 2,5 m. Le temperature raggiunte erano di circa 500/600°. Si poteva arrivare addirittura a 20 giorni di sorveglianza consecutivi, giorno e notte. Per questo motivo i carbonai erano organizzati su turni e vivevano in un riparo costruito appositamente vicino al poiàt: “la baita”
“Giàl” aia carbonile, piazzola usata in tempi passati per la produzione del carbone
Posizione GPS UTM: 32 T 622805 5064844
I Poiàt erano di varie misure sino ad un diametro di 5 m. e ad una altezza di 2,5 m. Le temperature raggiunte erano di circa 500/600°. Si poteva arrivare addirittura a 20 giorni di sorveglianza consecutivi, giorno e notte. Per questo motivo i carbonai erano organizzati su turni e vivevano in un riparo costruito appositamente vicino al poiàt: “la baita”
Antico cippo di confine tra Impero austro-ungarico e Repubblica di Venezia nel 1753
Antico cippo di confine tra Impero austro-ungarico e Repubblica di Venezia nel 1753
Posizione GPS UTM: 32 T 622032 5064955
Campanile della Chiesa dedicata a San Michele Arcangelo, che secondo la tradizione con la sua spada uccide il demonio
Campanile della Chiesa dedicata a San Michele Arcangelo, che secondo la tradizione con la sua spada uccide il demonio
“Poiàt” acceso
“Poiàt” acceso
Costruzione del poiàt: catasta di legna ancora da rivestire con fogliame e terra Archivio Biblioteca comunale di Valvestino
Costruzione del poiàt: catasta di legna ancora da rivestire con fogliame e terra
Archivio Biblioteca comunale di Valvestino

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