Cadria, è la frazione più piccola, isolata e forse la più pittoresca della Val Vestino. Particolare la tradizionale Festa del Patrono San Lorenzo (10 agosto): vengono distribuiti un pane e un quinto di vino ad ogni partecipante alla messa, secondo quanto stabilito dal Pio “Legato Pane e Vino”.
Gli edifici, caratterizzati dalla presenza delle architetture rurali tradizionali, sono stati in buona parte ristrutturati mantenendo l’aspetto originario. Tra i vicoli del piccolo centro storico è situata l’antica fontana edificata nel 1914 a cura dell’impero Austro Ungarico, di cui Cadria al tempo era parte. Altri edifici sono abbelliti da fiori e sculture in legno che ne denotano l’affascinante rurale bellezza.
L’antica chiesetta di San Lorenzo sorge isolata su un terrazzamento ai piedi del borgo, circondata da prati, pascoli e coltivi. Le prime notizie risalgono al 1537 quando viene nominata come cappella dipendente dalla chiesa di san Giovanni Battista di Turano. La chiesa si presenta a navata unica, copertura con travetti lignei a vista e presbiterio con soffitto voltato a crociera affrescato, probabilmente ricostruito nel ‘400, affiancato a nord da un piccolo campanile. Sulla facciata esterna, a destra, è visibile l’affresco datato 1547 dedicato al santo patrono. Nel 1967 il campanile venne ricostruito sostituendo la “campana miracolosa” del 1547 con due campane: la rifusa “lorenzina” e la “santa croce”.
Il borgo di Cadria è costituito da un minuscolo agglomerato di case di origine patriarcale, posto in posizione dominante verso la parte conclusiva della tortuosa Valle del torrente Droanello. Antico insediamento di popolazioni celtiche, deve il suo nome al termine Cader (monte). Unica frazione del Comune di Magasa, rappresentava l’antico crocevia per il collegamento tra Rest, Droane e Proalio ove erano dislocati antichi nuclei dediti alle attività agricole e alla pastorizia.
Data la sua posizione strategica Cadria costituì tra il 1426 e il 1796, periodo in cui la Val Vestino si trovò a confinare con i domini della Serenissima, l’estremo avamposto del principato vescovile di Trento posto a guardia della frontiera sudoccidentale rappresentata dai comuni di Tignale, Tremosine sul Garda e Gargnano.
È il paese natale degli avi di Antonio Pace, padre di Domenica, madre del proclamato Santo Daniele Comboni di Limone.
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