L’abitato di Turano si sviluppa su un costone prativo con una struttura compatta e lineare. Le case si dispongono a cortina lungo la strada principale, mentre la piazza centrale, intitolata alla “Madonna Pellegrina”, collega tre vie arricchite da caratteristici passaggi coperti e androni voltati.
Scatti: Cheleo Multimedia
La chiesa sussidiaria è dedicata a San Rocco, il santo protettore invocato dagli abitanti della valle durante l’epidemia di peste del XVI secolo. Si trova poco distante dal centro abitato su un poggio che domina il paese e si raggiunge percorrendo la strada in salita fino al promontorio conosciuto come “Del Castel”, dove un tempo sorgeva una fortificazione di epoca romana. La posizione strategica serviva a difendere la valle. Nei pressi della chiesa di San Rocco è ancora visibile la facciata dall’aspetto signorile della casa dei Corsetti, per secoli vicari dei Conti di Lodrone, signori di tutta la Val Vestino, che lì si fermavano nelle loro visite in valle poiché non possedevano alcun palazzo.
La chiesa fu costruita tra il 1580 e il 1599, utilizzando le pietre della vecchia fortificazione appartenuta al milite ghibellino Bonifacino da Bollone. Sul retro il perimetro esterno è definito dal cimitero dove vennero sepolti i Turanesi fino al 1937.
La chiesa subì diverse trasformazioni nel corso dei secoli. Nel XVIII secolo fu ristrutturata, mentre nel 1835 venne ampliata sul lato sinistro e arricchita di reliquie e di varie donazioni, compresa una delle campane, da don Bartolomeo Corsetti, già fra Bernardo da Turano. Negli anni Sessanta e Settanta del Novecento, grazie all’iniziativa di don Battista Caironi, venne realizzato un apparato decorativo.
In seguito alle direttive del Concilio Vaticano II, tra il 1970 e il 1980 il presbiterio fu modificato: venne installata una mensa d’altare in marmo rivolta verso l’aula, mentre il tabernacolo fu posizionato al centro del fondale absidale. Sul finire del XX secolo, la chiesa fu restaurata su iniziativa di don Luigi Franceschini.
La struttura dell’edificio presenta un impianto a capanna. La facciata è arricchita da un portale marmoreo con protiro e da una finestra centrale superiore; in alto si distingue un accenno di timpano triangolare. L’interno, a navata unica con coperture a vela uniformemente decorate, ospita anche una navata minore sul lato sinistro. La muratura combina pietra e laterizi.
Il presbiterio, rialzato e quadrangolare, termina in un fondale absidale piano con spigoli arrotondati. Al centro si trova il tabernacolo. La pala d’altare, opera di Stefano Celesti, padre del più noto Andrea, è una delle opere d’arte conservate all’interno. Accanto alla chiesa si trovano la sacrestia e il campanile.
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