La chiesetta di San Vigilio a Droane è intitolata al vescovo e martire di Trento che per primo portò il cristianesimo in Val Vestino e sorge isolata su un’altura che domina la valle.
Scatti: Cheleo Multimedia
San Vigilio, vissuto tra il IV e il V secolo, ricevette un’educazione pastorale da Sant’Ambrogio, che gli inviò i missionari Sisinnio, Martirio e Alessandro per evangelizzare il Trentino, il lago di Garda e le zone limitrofe, tra cui il Bresciano.
Continuò l’opera di evangelizzazione anche dopo il martirio dei tre collaboratori, avvenuto in Val di Non nel 397, morendo egli stesso martire, secondo una tardiva Passio del VI secolo, in Val Rendena per lapidazione, forse nel 405. L’ampiezza del suo apostolato è testimoniata dalle molte dedicazioni, anche nel Bresciano e dal culto delle sue reliquie.
La chiesetta di San Vigilio, insieme all’antica Pieve di Turano, risulta essere una delle prime chiese della valle, già esistente nel 1186, come si desume dalla bolla di papa Urbano III. L’edificio religioso è composto da un’unica navata voltata a botte con copertura a capanna.
L’ultimo sabato di giugno si celebra la festa di San Vigilio, cui è legata una particolare usanza che risale a vari secoli fa. In un anno imprecisato, tra il 1496 e il 1537, un’epidemia di peste si propagò nel villaggio di Droane facendo strage della sua popolazione. La località contava allora 150 abitanti circa: sopravvissero soltanto due anziane.
Trovatesi sole, le due donne cercarono rifugio altrove, dirigendosi verso Magasa. Qui furono respinte per paura del contagio, così esse dovettero proseguire per Tignale. La fatica fu fatale ad una delle due donne che morì di stenti lungo il cammino, mentre l’altra giunse a destinazione, dove trovò buona accoglienza.
Alla sua morte ella lasciò in eredità la terra che possedeva a Droane, subordinando il lascito all’osservanza di una clausola: ogni anno il 26 giugno, giorno di San Vigilio, doveva essere celebrata una Messa in suo suffragio e al termine di essa andava distribuito un quintale di pane destinato a coloro che vi avevano assistito.
Ancor oggi questa clausola viene rispettata e, nel giorno stabilito, il parroco sale alla chiesetta a rinnovare il rito tradizionale. La messa venne celebrata dall’arciprete di Tignale fino al 1785, poi dal parroco di Turano: ancora oggi o lui o un suo delegato si reca in questo luogo solitario a soddisfare il pio desiderio della buona anziana. Si benedice pure l’ossario dei morti per la peste: è posto sotto il pavimento dell’antica chiesa che sorgeva a fianco dell’attuale ricostruita nel 1877 ed è sormontato da una alta croce di cemento.
La chiesetta di San Vigilio a Droane non è solo un luogo di culto: la celebrazione annuale, radicata nella memoria collettiva, continua a mantenere viva la connessione con il passato e le tradizioni della comunità locale.
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