Turano

Cuore della Valle.

Turano, grazie alla sua posizione in prossimità delle principali vie di comunicazione, è stato fin dall’antichità il luogo di ritrovo dei rappresentanti dei singoli comuni ed è ancora oggi la sede municipale del Comune di Valvestino.

Il borgo è centro di servizi: ufficio postale, ambulatorio, dispensario farmaceutico, biblioteca, filiale Banca del Territorio Lombardo con sportello automatico, Consorzio Forestale-Ecomuseo della Valvestino ed alimentari-bar dove è possibile acquistare i prodotti tipici della Valle tra i quali spicca il formaggio Tombea.

 

L’abitato, situato su costone prativo, si presenta a forma compatta e lineare con le abitazioni disposte a cortina lungo la strada principale. Turano è costituito da una piazza dedicata alla “Madonna Pellegrina” e tre vie principali con alcuni caratteristici passaggi voltati-androni coperti. Angoli unici nella loro semplicità possono essere scoperti percorrendo la strada che, in salita, porta alla chiesa che sovrasta l’abitato dedicata a S. Rocco, protettore degli abitanti della Valle dall’epidemia di peste del 1500. Suggestiva la vista verso Armo e cima Tombea. Due sono le chiese, una appoggiata su un terrazzo al margine delle case, l’altra accoccolata ai piedi del paese: è l’antica pieve della Valle dedicata a S. Giovanni Battista decollato, prima chiesa della Val Vestino sia per età che per ruolo. Esistente già nel 928, è citata in una bolla papale del 1186 e fu formalmente nominata rettoria delle altre chiese vallive nel 1787. Di impianto romanico, la struttura della chiesa è a navata unica con altari-cappelle laterali tra cui una dedicata a san Giovanni Battista dove venivano celebrati i battesimi. Questo spiega come l’antica chiesa intitolata a santa Maria Assunta, quando fu ricostruita, venne poi dedicata a san Giovanni Battista. All’interno troviamo tre pale di particolare pregio: la Decollazione di san Giovanni Battista e la Madonna del Rosario, ambedue eseguite dal pittore Andrea Bertanza di Padenghe, e la madonna col Bambino, detta anche “Madonna della Neve”, di autore ignoto. Da notare è la scritta sull’altare maggiore, in marmo e che porta gli stemmi lodronesi, per sottolineare che fu eretto a spese del conte Carlo Ferdinando di Lodrone. Presso la chiesa fu ritrovata una moneta di Massimino Pio Germanico (235-238 d.C.) che documenta la presenza di Roma nella Valle. 

 

Qui, la penultima domenica d’agosto, si celebra l’antica festa del Perdono di Turano. La tradizione vuole che nel 1166, ai tempi delle lotte dei liberi comuni italiani, papa Alessandro III (1159-1181), esule da Roma durante il suo vagare per l’Italia, transitasse in Valvestino inseguito dall’avversario, l’Imperatore Federico Barbarossa. Aiutato dai Valvestinesi, il Papa celebrò la messa nella chiesa di san Giovanni Battista a Turano e concesse loro la particolare indulgenza plenaria del <<Perdono>>.

 

Nel prato antistante la pieve si riuniva il Consiglio di Valle a legiferare e giudicare; al Bersaglio di Turano si teneva il mercato del bestiame. I confini di Turano si estendono al di là del promontorio del Camiolo, includendo la balconata di Droane affacciata sulla Valle del Droanello.

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